Simplicio, Luigi, Marco ed Alessio.
Quattro generazioni di Antonini che hanno vissuto epoche diverse e compiuto esperienze differenti, contribuendo ognuna a costruire le fondamenta di quella che oggi è la cantina Tenuta Antonini.
Inizia tutto nell’immediato dopo guerra, quando Simplicio Antonini parte pieno di speranze verso il Nuovo Mondo. In America però non riesce davvero a fare fortuna e torna in Italia, con quanto basta in tasca per acquistare un piccolo terreno. Il cuore, attorno al quale sorgono gli attuali 30 ettari di proprietà della cantina Tenuta Antonini.
Nel suo immaginario, non c’è ancora l’idea di un’impresa vitivinicola di famiglia, ma la sua scelta è espressione di una forte consapevolezza: la terra come solida base sulla quale costruire il futuro delle prossime generazioni.
La storia sembra però dargli torto. Negli anni ’60 quando purtroppo viene a mancare, è l’industria a farla da padrona, con l’agricoltura relegata a comparsa.
Suo figlio Luigi continua tuttavia a lavorare il terreno ricevuto in eredità dal padre: impianta ulivi ed altre colture, mantenendone viva la bellezza e la floridezza.
A Marco, ed arriviamo qui molto più vicini ai giorni nostri, Luigi tramanda la passione per l’agricoltura e il rispetto per la tradizione. E instilla una speranza: quella di veder realizzato presto il sogno di suo nonno, creare un’azienda di famiglia.
All’inizio il percorso di Marco sembra divergere da questo desiderio, visto che viene assunto da un’impresa edile. Ma nulla capita per caso: il proprietario possiede anche una cantina, “Villa Pigna” e decide di sfruttare le attitudini del giovane Marco proprio all’interno di questa azienda.
Della quale sarà direttore per oltre 20 anni.
Rileggendolo con gli occhi di oggi, questo è il vero momento della svolta.
Simplicio, Luigi, Marco ed Alessio.
Quattro generazioni di Antonini che hanno vissuto epoche diverse e compiuto esperienze differenti, contribuendo ognuna a costruire le fondamenta di quella che oggi è la cantina Tenuta Antonini.
Inizia tutto nell’immediato dopo guerra, quando Simplicio Antonini parte pieno di speranze verso il Nuovo Mondo. In America però non riesce davvero a fare fortuna e torna in Italia, con quanto basta in tasca per acquistare un piccolo terreno. Il cuore, attorno al quale sorgono gli attuali 30 ettari di proprietà della cantina Tenuta Antonini.
Nel suo immaginario, non c’è ancora l’idea di un’impresa vitivinicola di famiglia, ma la sua scelta è espressione di una forte consapevolezza: la terra come solida base sulla quale costruire il futuro delle prossime generazioni.
La storia sembra però dargli torto. Negli anni ’60 quando purtroppo viene a mancare, è l’industria a farla da padrona, con l’agricoltura relegata a comparsa.
Suo figlio Luigi continua tuttavia a lavorare il terreno ricevuto in eredità dal padre: impianta ulivi ed altre colture, mantenendone viva la bellezza e la floridezza.
A Marco, ed arriviamo qui molto più vicini ai giorni nostri, Luigi tramanda la passione per l’agricoltura e il rispetto per la tradizione. E instilla una speranza: quella di veder realizzato presto il sogno di suo nonno, creare un’azienda di famiglia.
All’inizio il percorso di Marco sembra divergere da questo desiderio, visto che viene assunto da un’impresa edile. Ma nulla capita per caso: il proprietario possiede anche una cantina, “Villa Pigna” e decide di sfruttare le attitudini del giovane Marco proprio all’interno di questa azienda.
Della quale sarà direttore per oltre 20 anni.
Rileggendolo con gli occhi di oggi, questo è il vero momento della svolta.
Arriviamo al 2003, anno in cui Marco fonda la propria azienda ed entra da protagonista nel settore vitivinicolo. L’impresa ha un’anima tuttavia più commerciale: non produce in proprio, ma si occupa di intermediazione nel settore a livello internazionale.
Sono anni molto importanti perché permettono a Marco di acquisire competenze e conoscenze, intessere relazioni, studiare e comprendere i mercati.
Quando anche Alessio, suo figlio, entra ufficialmente in azienda, si avverte forte una nuova spinta. È molto legato al nonno Luigi e vuole ripercorrerne le orme, forte anche di tutta la conoscenza accumulata accanto a suo padre.
Trascorre molto tempo nei terreni di famiglia e si appassiona sempre di più alla viticoltura ed all’olivicoltura. Nella sua mente si fa strada un’idea, che condivide con Marco: realizzare il sogno di suo nonno ed avviare la cantina Tenuta Antonini.
Il resto è storia recente. Quella di quattro generazioni di uomini che hanno realizzato passo dopo passo un progetto di vita: mettere la terra e la viticoltura al centro del loro presente e del loro futuro.
Arriviamo al 2003, anno in cui Marco fonda la propria azienda ed entra da protagonista nel settore vitivinicolo. L’impresa ha un’anima tuttavia più commerciale: non produce in proprio, ma si occupa di intermediazione nel settore a livello internazionale.
Sono anni molto importanti perché permettono a Marco di acquisire competenze e conoscenze, intessere relazioni, studiare e comprendere i mercati.
Quando anche Alessio, suo figlio, entra ufficialmente in azienda, si avverte forte una nuova spinta. È molto legato al nonno Luigi e vuole ripercorrerne le orme, forte anche di tutta la conoscenza accumulata accanto a suo padre.
Trascorre molto tempo nei terreni di famiglia e si appassiona sempre di più alla viticoltura ed all’olivicoltura. Nella sua mente si fa strada un’idea, che condivide con Marco: realizzare il sogno di suo nonno ed avviare la cantina Tenuta Antonini.
Il resto è storia recente. Quella di quattro generazioni di uomini che hanno realizzato passo dopo passo un progetto di vita: mettere la terra e la viticoltura al centro del loro presente e del loro futuro.
Cantina Antonini, Espressione del territorio
Il 2003 è l’anno in cui viene istituita la DOCG Colline Teramane.
La sua area di produzione abbraccia l’intera collina litoranea ed interna della provincia di Teramo: proprio al centro di questa zona particolarmente vocata alla viticoltura hanno sede i terreni della cantina Tenuta Antonini.
L’Adriatico da un lato, i massicci del Gran Sasso e dei Monti della Laga dall’altro, sono i confini naturali di questa DOCG e ne influenzano le caratteristiche.
La particolare conformazione del territorio su cui insiste l’area della DOCG Colline Teramane, favorisce infatti l’instaurarsi di una buona ventilazione che, associata all’ottima esposizione, alla buona natura dei terreni e all’assenza di ristagni idrici, garantisce ai vitigni autoctoni condizioni ottimali per produrre uve di grande qualità e tipicità.
I terreni sono per lo più di natura argillo-limosa con intercalazioni più sciolte nella parte litoranea, con pendenze in genere piuttosto contenute e buone esposizioni.
Notevoli sono anche le escursioni termiche tra giorno e notte, favorite dalla vicinanza del massiccio del Gran Sasso e dei Monti della Laga, così come la ventilazione: entrambe condizioni ottimali per la sanità delle uve e l’accumulo di sostanze aromatiche nei grappoli.
In ogni sorso dei vini prodotti dalla cantina Tenuta Antonini si ritrova tutta la complessità di questo territorio, ogni sua sfumatura ed ogni inconfondibile tratto.
Possedere i vigneti in un territorio tanto vocato alla viticoltura rappresenta sicuramente un elemento differenziante per la qualità dei vini della cantina Tenuta Antonini: quando la Natura ci mette molto del suo, si è già a buon punto.
Ma non basta. Perché le condizioni climatiche sono imprevedibili e non controllabili: affidarsi unicamente alla naturalità della vigna può creare molti problemi, tanto in vendemmia quanto in cantina.
Annate troppo differenti le une dalle altre, rischiano di privare un vino della propria unicità e riconoscibilità a primo assaggio.
È per questo che nella cantina Tenuta Antonini si interviene con tecnologie innovative, sia a livello agronomico che al momento della vinificazione, per bilanciare eventuali storture e produrre vini che siano sì espressione del territorio, ma nella sua migliore accezione.
Tecnologie all’avanguardia dunque in cantina, come la criomacerazione che – macerando a freddo le uve – permette di attenuarne leggeri caratteri poco piacevoli, aumentando al contempo l’espressività del vitigno ed esaltandone le caratteristiche.
Ma anche particolare attenzione alla vigna, con l’applicazione ad esempio della tecnica del sovescio, che prevede la semina sul filare stesso di alcune essenze naturali con la funzione di aumentare la fertilità del terreno: per scegliere in maniera corretta il mix, occorre conoscere in profondità il suolo, per mettere a sua disposizione il nutrimento specifico di cui ha bisogno, differente da luogo a luogo.
In cantina Tenuta Antonini, agronomia e tecniche di vinificazione camminano parallelamente, entrambe con un unico obiettivo: avvalersi delle migliori e avanzate tecnologie per esaltare le caratteristiche più uniche di un territorio e modernizzarne il prodotto finale, partendo da vitigni autoctoni per produrre vini pronti a conquistarsi il proprio posto nel mondo.
Possedere i vigneti in un territorio tanto vocato alla viticoltura rappresenta sicuramente un elemento differenziante per la qualità dei vini della cantina Tenuta Antonini: quando la Natura ci mette molto del suo, si è già a buon punto.
Ma non basta. Perché le condizioni climatiche sono imprevedibili e non controllabili: affidarsi unicamente alla naturalità della vigna può creare molti problemi, tanto in vendemmia quanto in cantina.
Annate troppo differenti le une dalle altre, rischiano di privare un vino della propria unicità, riconoscibile a primo assaggio.
È per questo che nella cantina Tenuta Antonini si interviene con tecnologie innovative, sia a livello agronomico che al momento della vinificazione, per bilanciare eventuali storture e produrre vini che siano sì espressione del territorio, ma nella sua migliore accezione.
Tecnologie all’avanguardia dunque in cantina, come la criomacerazione che – macerando a freddo le uve – permette di attenuarne leggeri caratteri poco piacevoli, aumentando al contempo l’espressività del vitigno ed esaltandone le caratteristiche.
Ma anche particolare attenzione alla vigna, con l’applicazione ad esempio della tecnica del sovescio, che prevede la semina sul filare stesso di alcune essenze naturali con la funzione di aumentare la fertilità del terreno: per scegliere in maniera corretta il mix, occorre conoscere in profondità il suolo, per mettere a sua disposizione il nutrimento specifico di cui ha bisogno, differente da luogo a luogo.
In cantina Tenuta Antonini, agronomia e tecniche di vinificazione camminano parallelamente, entrambe con un unico obiettivo: avvalersi delle migliori e più avanzate tecnologie per esaltare le caratteristiche più uniche di un territorio e modernizzarne il prodotto finale, partendo da vitigni autoctoni per produrre vini pronti a conquistarsi il proprio posto nel mondo.